Risorse naturali ed economiche dal recupero ambientale di cave dismesse

La partecipazione di un Dottore Agronomo al recupero ambientale di un Polo estrattivo propone un approccio nuovo alla tematica del recupero ambientale di cave dismesse.
L’analisi forestale, il censimento botanico ed il rilievo puntuale delle cenosi forestali, naturalmente insediatesi all’interno della cava a seguito della conclusione delle attività estrattive, possono infatti comportare sostanziali modifiche al progetto esecutivo di recupero vegetazionale approvato in sede di convenzione di Piano Particolareggiato con l’Amministrazione comunale.
E’ il caso del Polo estrattivo denominato Cava Fossalta 2 in località San Damaso.
In sede esecutiva, a seguito dell’analisi delle cenosi presenti, è stato proposto all’Amministrazione un ridimensionamento delle opere forestali previste dal progetto al fine di salvaguardare le specie vegetali esistenti.

All’interno della cava è stata rilevata la comparsa spontanea delle seguenti consociazioni vegetali in forma stabile:
  1. Gruppo arboreo di media altezza a carattere igrofilo sulla scarpata sud, composto in prevalenza da specie appartenenti al generi Salix e Populus.
  2. Gruppo arboreo di media altezza a carattere igrofilo sulla scarpata angolo sud-est, composto in prevalenza da specie appartenenti al generi Salix, Populus e Ulmus .
  3. Gruppo arboreo di media altezza a carattere igrofilo sulla scarpata ovest, composto in prevalenza da specie appartenenti al generi Salix e Populus .
  4. Fascia al piede delle scarpate perimetrali colonizzata da associazioni arbustive con prevalenza di Typha (cannetta palustre) e consoziazioni sporadiche di Phragmites ed Equisetum .
  5. Prato polifita permanente su tutta la superficie interna alla cava.

Le dinamiche dei processi di rinaturalizzazione spontanea hanno determinato la formazione a fondo cava di aree umide permanenti, la cui estensione è superiore alle previsioni progettuali.
Tale aree offrono rifugio a numerose specie appartenenti all’avifauna locale (Gallinula chloropus, Ardea cinerea, Anas plathyrhynchos, ecc.), oltre che a piccoli mammiferi ed anfibi.
Per quanto sopra, rispetto alle previsioni progettuali è stato proposto al Comune il recupero ambientale della cava “Fossalta 2”, mediante opere di forestazione ridimensionate.
Dal punto di vista formale, il rimboschimento della cava “Fossalta 2” è stato comunque eseguito applicando i moduli d’impianto previsti dal progetto approvato, senza modificarne le finalità.
Tale nuovo approccio alla tematica del recupero vegetazionale di cave dismesse presenta diversi elementi di interesse sotto il profilo ambientale ed economico, quali:
  1. Valorizza e tutela gli ecosistemi che spontaneamente si sono insediati all’interno della cava; tali consociazioni vegetali sono infatti da ritenere indubbiamente le più adatte a quel particolare biotopo e pertanto presentano le maggiori probabilità di sopravvivenza e il maggior contributo alla tutela del patrimonio naturale e della biodiversità;
  2. Il passaggio dalla fase “estrattiva” della cava a quella di “recupero ambientale” può durare fino a 4-5 anni per motivi amministrativi e logistici, mentre i tempi di insediamento di tali “consociazioni spontanee” sono in genere molto rapidi: è un esempio di come la natura, che è in continua evoluzione, riesce ad anticipare il lavoro dell’uomo;
  3. Consente di attenuare l’impatto ambientale derivante dai materiali utilizzati per l’attecchimento delle piante (shelters, tubazioni irrigue). 
  4. La riduzione delle opere di recupero vegetazionale previste dai Piani Particolareggiati di ambiti estrattivi si traducono, su scala comunale, in un preciso risparmio di tempo e risorse economiche, che l’Amministrazione potrà con vantaggio destinare ad altri interventi di pubblica utilità nel settore del verde.

Commenti

Post più popolari