L'analisi storica ed agro-ambientale del Cavo Ortigara a Modena

CARATTERI GENERALI DEL PAESAGGIO AGRARIO
Il paesaggio agrario è contraddistinto da seminativi semplici, con rotazioni agrarie che vedono la alternanza principale di mais, cereali autunno-vernini e medica e vigneti.
Nelle aree di intervento sono stati eseguiti alcuni rilievi di campionamento floristico e le specie con maggiore frequenza osservate ai bordi delle carraie e nelle colture agrarie sono state riunite nella tipologia “margine di campo”.
L’area interessata dai lavori si inserisce in un territorio che presenta una marcata connotazione agricola, l’indirizzo produttivo prevalente è quello cerealicolo zootecnico. Le colture maggiormente praticate sono di conseguenza il mais, il frumento, la barbabietola e le foraggiere.
Tutte le Aziende Agricole dell’area ricorrono con regolarità alla pratica irrigua, utilizzando in prevalenza acque superficiali, derivate dal fiume Secchia e successivamente veicolate fino ai terreni agricoli attraverso un reticolo superficiale costituito da una complessa rete di canali di Bonifica, condotti irrigui e fossi interpoderali.
CONSIDERAZIONI SULLE PRATICHE IRRIGUE ATTUALI
La distribuzione delle acque avviene per mezzo di prese o "Bocchette" (portata media = 40 l/s) che derivano dai canali principali. Le bocchette modenesi hanno forma quadrata con lato di 174 mm., la portata varia in funzione del battente.
Per irrigare una biolca modenese (2836 mq.) sono considerate necessarie due ore di bocchetta, (288 mc., corrispondenti ad una pioggia di 100 mm.).
Nelle zone agricole dell’alta pianura della Provincia di Modena ed in particolare nelle aree a destra e sinistra del Fiume Secchia buona parte delle aziende agricole utilizzano l’antico sistema di irrigazione “per scorrimento”, che può dirsi una via di mezzo tra l’infiltrazione da solchi e lo scorrimento localizzato lungo i filari, metodi irrigui gravitazionali piuttosto antichi, nati in epoche caratterizzate da disponibilità idriche superiori a quelle attuali, su forme di allevamento arboree in volume e tipici di un sistema di consegna idrico turnato.
Tale sistema irriguo richiede quantitativi idrici elevati, talora superiori alle ridotte disponibilità del periodo estivo, non offre difesa alcuna dalle gelate e dai danni da spacco e presenta costi di manodopera sostenibili soltanto nell’ambito di una conduzione aziendale di tipo familiare.
ANALISI DELLA FUNZIONALITÀ DEL CANALE ORTIGARA E CANALE D’AVIA, E DETERMINAZIONE DEI PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ
Come accennato le opere in progetto prevedono la deviazione del Canale Ortigara nel tratto a valle del tracciato della Tangenziale Sud Quasimodo, mediante realizzazione di una porzione di canale in trincea ed immissione dello stesso nel Canale D’Avia.
Il Canale Ortigara appartiene al reticolo superficiale di irrigazione e scolo sotteso alla Traversa in località Castellarano (RE), che consente la derivazione per gravità delle acque dal fiume Secchia all’interno del Canale Maestro e da qui nel canale di Corlo sino al Canale Ortigara.
La funzione irrigua è confermata anche dalla rappresentazione cartografica della rete idrografica del territorio comunale, prodotta nell’ambito del Piano di risanamento attuato nel 1985 da comune di Modena e riportata nella carta n. 4.
Tale funzione irrigua si esplica mediante derivazione per gravità delle acque, pertanto il corso d’acqua adduttore percorre il territorio da monte verso in corrispondenza delle aree di displuvio naturali. Ciò è confermato inoltre dalla presenza testimoniale di tratti pensili del canale Ortigara, ancora oggi visibili in prossimità dell’area urbanizzata di Modena compresa tra la ferrovia Milano - Bologna, la Via D’Avia nord e la Via Emilia e rappresentati nella fotografia seguente.
Il Canale D’Avia appartiene invece al reticolo di scolo principale del macro bacino del Canale di Freto e del fiume Secchia, e pertanto esplica esclusivamente funzioni di scolo, percorrendo il territorio da monte verso valle lungo le linee naturali di compluvio.
E’ necessario rilevare, ai fini del presente studio, la presenza di un reticolo superficiale irriguo secondario derivato dal Canale di Corlo all’interno del micro-bacino di scolo del Canale D’Avia, il cui contributo in termini di volumi di scolo è da ritenere modesto, seppure non trascurabile.
L’analisi delle rispettive funzioni del Canale Ortigara e Canale D’Avia è stata condotta attraverso il rilievo dei rispettivi micro-bacini di irrigazione e di scolo elaborati a partire dai dati desunti dal bilancio idrico agricolo del Comune di Modena (1988), che vengono riportati nelle carte n. 1, 2, 3.
CANALE ORTIGARA
La funzione irrigua si esplica su una superficie complessiva di circa 76 ettari, precisando che le superfici irrigate con maggiore regolarità si collocano a monte della Via Piradello, mentre occasionale è da ritenere l’irrigazione dei terreni posti fra Via Piradello e la Tangenziale Sud.
Da indagini svolte presso il Consorzio di Bonifica Burana – Leo – Scoltenna – Panaro di Modena, ente gestore del Servizio irriguo, è stato possibile accertare che la portata massima del Canale per gli usi irrigui è pari a circa 100 l/s, in considerazione delle caratteristiche dimensionali vincolate del manufatto di derivazione dal Canale di Corlo.
Occorre precisare, a titolo precauzionale, che data la particolare modalità di derivazione per gravità mediante realizzazione di panconature e sostegni temporanei in alveo al Canale Ortigara, la portata idrica deve essere elevata a 250 l/s, in considerazione delle possibili rimozioni improvvise delle panconature da parte dall’utenza agricola, fermo restando il carattere occasionale e temporaneo di tali valori, in quanto il manifestarsi di eventi meteorici impone al Consorzio di Bonifica il tempestivo sollevamento della paratoia di derivazione posta sul canale di Corlo, con immediata interruzione della derivazione idrica nel Canale Ortigara.
L’invaso del canale Ortigara per gli usi irrigui, che si verifica mediamente 2-3 volte all’anno, presenta carattere di infrequenza per le seguenti ragioni:
Per quanto attiene alle funzioni di scolo, il Canale Ortigara possiede un micro-bacino, esteso su circa 160 Ha, dei quali circa 32 Ha impermeabilizzati pari al 20% sul totale, originando pertanto un carico scolante complessivo piuttosto contenuto.
Le caratteristiche di modesta estensione e ridotto carico scolante che caratterizzano il bacino del Canale Ortigara sono dettate dalla funzione prevalentemente irrigua da esso assolta e dalla particolare conformazione del corso d’acqua che risulta posizionato per lo più al di sopra del piano di campagna circostante, in modo da consentire la derivazione della acque di irrigazione per gravità.
La maggiore parte delle superfici impermeabili rilevate nel micro-bacino di scolo è rappresentata dalla viabilità autostradale Milano – Bologna e dalla Via Modena – Sassuolo, i cui fossati di guardia recapitano le acque meteoriche di scolo provenienti dalle carreggiate in corrispondenza delle relative intersezioni con il Canale Ortigara, rilevate e riportate nella carta tematica n.5 e nella tabella n.1.
L’elemento critico principale nel funzionamento del bacino di scolo del Canale Ortigara è rappresentato proprio dalle summenzionate interferenze del tracciato viario. Tali infrastrutture sono infatti state realizzate in tempi recenti rispetto all’età del corso d’acqua ed hanno determinato profonde alterazioni negli equilibri idraulici del micro-bacino di scolo del Canale Ortigara.
Basti evidenziare che i manufatti di tombinatura ed attraversamento del Canale Ortigara realizzati a seguito delle opere suddette, presentano valori dimensionali nettamente più elevati rispetto ai manufatti di attraversamento in mattoni originari e tuttora esistenti.
Parimenti, fatta eccezione per eventi meteorici di eccezionale intensità, situazioni di piena del Canale Ortigara sconosciute in passato hanno iniziato a verificarsi solo a seguito della realizzazione delle suddette infrastrutture, con particolare riferimento alla viabilità Modena – Sassuolo.
Fatta eccezione per tali interferenze, il carico scolante gravante sul micro-bacino del Canale Ortigara si origina principalmente a seguito di fenomeni di ruscellamento superficiale conseguente alla completa saturazione dei terreni coltivati e delle aree verdi esistenti, tali da originare portate di scolo apprezzabili soltanto a seguito di eventi meteorici di eccezionale intensità e durata.
CANALE D’AVIA
Per quanto attiene la funzione irrigua, seppure come accennato il Canale D’Avia assolva in modo diretto esclusivamente funzioni di scolo, è da rilevare la presenza di un reticolo irriguo superficiale secondario di modesta estensione, le cui acque colatizie vengono recapitate all’interno del microbacini del Canale D’Avia.
Il reticolo in esame deriva dal canale di Corlo in corrispondenza della derivazione denominata Bocchetta Manzoli ubicata in Via Jacopo Da Porto Sud a Baggiovara.
Le acque veicolate da tale condotto attraversano la viabilità Modena – Sassuolo e percorrono i terreni agricoli coltivati in direzione di Cognento con orientamento S-N parallelo alla Via J. Da Porto Nord, sino a confluire nel Canale D’Avia a valle dell’Autostrada Milano – Bologna in prossimità della Via Piradello, nel centro abitato di Cognento.
Seppure le portate idriche medie veicolate dalla bocchetta Manzoli siano nell’ordine dei 50 l/s e pertanto modeste, il relativo uso per fini irrigui è abbastanza frequente, in ragione della posizione privilegiata della derivazione rispetto alla bocchetta Ortigara, della particolare fertilità dei terreni irrigati afferenti le vecchie tenute del Conte Forni e caratterizzati da scelte colturali orientate in prevalenza verso colture irrigue come il mais e l’erba medica funzionali alla produzione di Parmigiano Reggiano da parte delle Aziende conduttrici, e infine dalla mancanza di pozzi privati tali da sopperire la necessità di ricorrere all’irrigazione con acque superficiali.
Per tali ragioni può ritenersi congrua una portata massima di 100 l/s, fermo restando il carattere occasionale e temporaneo di tali valori, in quanto il manifestarsi di eventi meteorici improvvisi impone al Consorzio di Bonifica il tempestivo sollevamento della paratoia di derivazione posta sul canale di Corlo, con immediata interruzione della derivazione idrica nel condotto Manzoli.
La portata suaccennata si presenta in accordo con i valori dimensionali della sezione n. 6 di valle del condotto Manzoli, rilevata in corrispondenza del sottopassaggio della viabilità autostradale, come riportati nella tabella n. 1.
Il Canale D’Avia assolve le funzioni di scolo di un micro-bacino esteso complessivamente su circa 376 Ha, che in sede di rilievo è stato ripartito in due micro-bacini scolanti, distinti tra bacino di monte e bacino di valle in relazione al punto di immissione previsto per il Canale Ortigara. Tale distinzione è meglio evidente osservando la carta n. 3.
Il principale elemento di criticità per il micro-bacino di monte è rappresentato dall’area urbana di Cognento, le cui superfici impermeabilizzate recapitano le acque di scolo in alveo al Canale D’avia, come confermato dalla sezione di rilievo n. 8 in tabella n. 1 ubicata in corrispondenza del punto di confluenza previsto in progetto, i cui livelli di invaso ordinari interessano mediamente il 50% della sezione netta di deflusso idraulico (vedi anche carta n. 2 e carta n.5).
Tale elemento di criticità potrà essere risolto mediante la realizzazione di opportuni sistemi di regolazione della portata del Canale Ortigara all’interno del Canale D’Avia, da realizzare immediatamente a monte della confluenza.
Relativamente al bacino di valle del Canale D’Avia, il principale elemento da rilevare è la confluenza del Rio Geminiano in corrispondenza della Via D’Avia Nord.
Il Rio Geminiano confluisce circa 1.400 metri a valle del punto di immissione previsto per il Canale Ortigara, pertanto se da un lato le portate di scolo recapitate nel Canale D’Avia dal Rio Geminiano sono consistenti e compatibili con la sezione rilevata al n. 11 in quanto per lo più generate da superfici impermeabilizzate con tempi di corrivazione contenuti, dall’altro la distanza fra le immissioni nel recettore dei due affluenti porta ad escludere la possibilità di concomitanza di transito delle onde di piena dei relativi microbacini di scolo.
Il quadro riassuntivo delle rispettive superfici impermeabilizzate dei due microbacini di scolo del Canale D’Avia sono riportate nella tabella n. 2, mentre si rimanda alle necessarie valutazioni analitiche e verifiche idrauliche per la quantificazione delle portate di piena del Canale D’Avia.
CONCLUSIONI
A seguito delle indagini e delle considerazioni effettuate, si può concludere che la realizzazione delle opere di regimazione idraulica consistenti nella deviazione del corso attuale del Canale Ortigara all’interno del Canale D’Avia, nell’ambito del Progetto di Attuazione dell’art. 16.10 del R.U.E. del Comune di Modena (MO), previsto nel comparto compreso tra Via Aristotele, Via D’Avia e la Tangenziale Sud Salvatore Quasimodo a Modena, può definirsi pienamente compatibile sia punto di vista idraulico che agrario - ambientale con il contesto territoriale nel quale è inserito.
Le opere non arrecheranno danni all’ambiente, ma anzi contribuiranno alla tutela ed all’uso della risorsa idrica dovendosi tenere conto anche dei benefici collettivi che l’intervento produrrà sull’intero sistema con il quale interagisce.
In definitiva l’analisi degli strumenti normativi e di pianificazione territoriale significativi per l’ambito di intervento, unitamente all’indagine delle caratteristiche idraulico-ambientali e agro-vegetazionali del contesto porta a considerare gli interventi che vengono proposti nel presente progetto compatibili con tutte le indicazioni di pianificazione e con le esigenze dell’ambiente, essendo i medesimi interventi mirati al miglioramento della gestione della risorsa idrica superficiale attraverso:
- La riduzione del rischio idraulico a carico delle aree urbane sottese al Canale Ortigara, che presenta oggi caratteristiche strutturali inadeguate ai volumi di scolo da smaltire, attraverso un sensibile miglioramento dell’officiosità e dell’efficienza idraulica dei canali interessati e del reticolo idrografico esistente, sia di quello principale (fiume Secchia), che di quello minore;
- La tutela e conservazione delle funzioni irrigue del Canale Ortigara a favore delle zone rurali esistenti nell’area periurbana di Modena, allo scopo di garantire la disponibilità della risorsa idrica per gli usi agricoli ed ambientali attuali e futuri.
É da rilevare inoltre che, considerate le conferme di una connessione idraulica diretta tra il Canale Ortigara ed il Canale D’Avia emerse a seguito delle ricerche storico-testimoniali effettuate sulla originaria conformazione del reticolo idrografico comunale e sulle corrispondenti funzioni idrauliche assolte, le opere in progetto sono da considerare funzionali e finalizzate a restituire al Canale Ortigara ed al reticolo idrografico ad esso collegato maggiore coerenza e razionalità d’uso.
Infine, come già accennato in precedenza, la bonificazione e la riduzione di fenomeni di degrado attuale degli ecosistemi periurbani interessati dall’intervento edificatorio in progetto, conseguenti in prevalenza alla presenza di acque stagnanti, di zone umide e di aree residuali caratterizzate dallo sviluppo di vegetazione arborea spontanea per lo più di natura infestante, porterà un miglioramento alle condizioni generali dell’ambiente e degli ecosistemi ad esso correlati.
Commenti
Posta un commento