La UNI EN ISO 14001 per valutare l’impatto ambientale e migliorare l'efficienza organizzativa
Il World
Economic Forum tenutosi a Davos nel 2019, che dal 1973 riunisce il gotha
dell’economia e della finanza per discutere di futuro e della direzione delle
nostre economie, ha tracciato una linea da seguire nel dibattito economico dei
prossimi anni, indicando un percorso di sviluppo sostenibile che attraverso le
nuove tecnologie e l’innovazione fa dell’economia circolare uno strumento in
grado di generare valore per imprese e consumatori.
Il World Economic
Forum parla di un valore complessivo per il solo risparmio di materie
prime di 700 miliardi di dollari l’anno.
Si tratta di
un approccio alternativo basato sulle 3R “riduzione, riuso e
riciclo” della materia che, una volta utilizzata, rientra nel ciclo
produttivo come materia prima seconda. Economia circolare significa quindi
rispetto per l’ambiente e inclusione, un approccio che si inserisce nel solco
tracciato nel 2015 dai Sustainable Development Goals dell’ONU, ed è ormai
riconosciuto come un cambiamento necessario, non più solamente desiderabile,
per garantire uno sviluppo alle future generazioni.
Lo scorso
aprile il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva un pacchetto di
Direttive, le cui norme dovranno poi essere recepite negli ordinamenti
nazionali degli Stati membri e a cui l’Italia si è dimostrata ricettiva
costituendo il Circular Economy Network, un osservatorio creato dalla
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile allo scopo di promuovere le buone
pratiche e l’innovazione di sistema. Le nuove regole europee stabiliscono
ambiziosi obiettivi di riciclo:
- 55% dei
rifiuti urbani entro il 2025, 60% entro il 2030 e 65% entro il 2035;
- 65% dei
rifiuti di imballaggi entro il 2025, 70% entro il 2030 con obiettivi
diversificati per materiale.
Sono oltre
22mila le organizzazioni in possesso di un sistema di gestione ambientale
certificato sotto accreditamento. Si tratta di un trend crescente che ha
visto una leggera flessione negli ultimi mesi, probabilmente anche per effetto
della pubblicazione della nuova edizione della norma di certificazione UNI EN
ISO 14001:2015, l’unica applicabile da settembre 2018
Oggi sono oltre 22mila
le organizzazioni pubbliche e private in possesso di un sistema di gestione
ambientale certificato sotto accreditamento, e registrano crescenti benefici
economici legati al miglioramento dell’efficienza organizzativa.
Il World
Economic Forum tenutosi a Davos nel 2019, che dal 1973 riunisce il gotha
dell’economia e della finanza per discutere di futuro e della direzione delle
nostre economie, ha tracciato una linea da seguire nel dibattito economico dei
prossimi anni, indicando un percorso di sviluppo sostenibile che attraverso le
nuove tecnologie e l’innovazione fa dell’economia circolare uno strumento in
grado di generare valore per imprese e consumatori.
Il World Economic
Forum parla di un valore complessivo per il solo risparmio di materie
prime di 700 miliardi di dollari l’anno.
Si tratta di
un approccio alternativo basato sulle 3R “riduzione, riuso e
riciclo” della materia che, una volta utilizzata, rientra nel ciclo
produttivo come materia prima seconda. Economia circolare significa quindi
rispetto per l’ambiente e inclusione, un approccio che si inserisce nel solco
tracciato nel 2015 dai Sustainable Development Goals dell’ONU, ed è ormai
riconosciuto come un cambiamento necessario, non più solamente desiderabile,
per garantire uno sviluppo alle future generazioni.
Lo scorso
aprile il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva un pacchetto di
Direttive, le cui norme dovranno poi essere recepite negli ordinamenti
nazionali degli Stati membri e a cui l’Italia si è dimostrata ricettiva
costituendo il Circular Economy Network, un osservatorio creato dalla
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile allo scopo di promuovere le buone
pratiche e l’innovazione di sistema. Le nuove regole europee stabiliscono
ambiziosi obiettivi di riciclo:
- 55% dei
rifiuti urbani entro il 2025, 60% entro il 2030 e 65% entro il 2035;
- 65% dei
rifiuti di imballaggi entro il 2025, 70% entro il 2030 con obiettivi
diversificati per materiale.
Sono oltre
22mila le organizzazioni in possesso di un sistema di gestione ambientale
certificato sotto accreditamento. Si tratta di un trend crescente che ha
visto una leggera flessione negli ultimi mesi, probabilmente anche per effetto
della pubblicazione della nuova edizione della norma di certificazione UNI EN
ISO 14001:2015, l’unica applicabile da settembre 2018
Molti sono gli
studi che hanno evidenziato un legame positivo tra sostenibilità ambientale e
risultati economici delle imprese, evidenziando un effetto causale tra
possesso di certificazioni ambientali e alcuni indicatori di performance.
Tra gli altri,
lo studio del 2016 “Certificare per competere. Dalle certificazioni ambientali nuova forza
al Made in Italy”, di Fondazione Symbola, Accredia e Cloros,
confronta i dati di bilancio di un panel di oltre 40mila aziende cercando di
evidenziare gli effetti economici derivanti dal possesso di una certificazione
ambientale.
I risultati
delle analisi evidenziavano un differenziale positivo per le aziende
certificate di 1,5 e 3,8 punti percentuali, rispettivamente per il livello di
fatturato e per il numero di addetti. Secondo quanto evidenziato dalle stesse
imprese il beneficio economico è legato ad una maggiore efficienza
organizzativa derivante dall’adozione di un sistema di gestione ambientale
certificato sotto accreditamento. L’approccio strategico che ne deriva migliora
infatti i margini e rende le organizzazioni più competitive nei mercati
domestico ed internazionale.
Per i 10
settori di attività economica più attenti all’impatto ambientale delle proprie
attività, è possibile misurare la propensione all’attenzione ambientale
attraverso la quota di siti con un sistema di gestione ambientale certificato
sotto accreditamento rispetto al totale dei sistemi di gestione. La dimensione
delle bolle è data dal numero di siti certificati UNI EN ISO 14001 mentre
l’intersezione degli assi rappresenta i valori medi della propensione
ambientale e della variazione percentuale annuale dei siti con un sistema di
gestione ambientale certificato. Tra queste, le aziende del riciclo sono le più
attente ai temi ambientali ma sono quelle dei settori cuoio e prodotti
farmaceutici ad aver incrementato di più nel corso dell’anno il numero di siti
certificati. Non è un caso che tutti e 10 i settori
analizzati, ad eccezione degli altri servizi sociali, abbiano a che fare con
l’utilizzo di risorse e materie prime fondamentali per la nostra economia.
In conclusione,
la misurazione del valore generato per l’economia da scelte circolari di imprese e consumatori e criteri
oggettivi per l’allocazione delle risorse attraverso meccanismi
incentivanti sono i passi che il sistema economico deve seguire per
indirizzare la crescita su un sentiero di sostenibilità che utilizzi in maniera
efficiente le limitate risorse a disposizione. È dal beneficio economico per
l’impresa che è necessario partire per incentivare l’adozione di strumenti come
le certificazioni ambientali: un investimento necessario che conviene. La
direzione è tracciata e l’accreditamento delle valutazioni di conformità
fornisce quei criteri oggettivi necessari a sviluppare le policy e governare la
transizione circolare dei mercati.
Molti sono gli
studi che hanno evidenziato un legame positivo tra sostenibilità ambientale e
risultati economici delle imprese, evidenziando un effetto causale tra
possesso di certificazioni ambientali e alcuni indicatori di performance.
Tra gli altri,
lo studio del 2016 “Certificare per competere. Dalle certificazioni ambientali nuova forza
al Made in Italy”, di Fondazione Symbola, Accredia e Cloros,
confronta i dati di bilancio di un panel di oltre 40mila aziende cercando di
evidenziare gli effetti economici derivanti dal possesso di una certificazione
ambientale.
I risultati
delle analisi evidenziavano un differenziale positivo per le aziende
certificate di 1,5 e 3,8 punti percentuali, rispettivamente per il livello di
fatturato e per il numero di addetti. Secondo quanto evidenziato dalle stesse
imprese il beneficio economico è legato ad una maggiore efficienza
organizzativa derivante dall’adozione di un sistema di gestione ambientale
certificato sotto accreditamento. L’approccio strategico che ne deriva migliora
infatti i margini e rende le organizzazioni più competitive nei mercati
domestico ed internazionale.
Per i 10
settori di attività economica più attenti all’impatto ambientale delle proprie
attività, è possibile misurare la propensione all’attenzione ambientale
attraverso la quota di siti con un sistema di gestione ambientale certificato
sotto accreditamento rispetto al totale dei sistemi di gestione. La dimensione
delle bolle è data dal numero di siti certificati UNI EN ISO 14001 mentre
l’intersezione degli assi rappresenta i valori medi della propensione
ambientale e della variazione percentuale annuale dei siti con un sistema di
gestione ambientale certificato. Tra queste, le aziende del riciclo sono le più
attente ai temi ambientali ma sono quelle dei settori cuoio e prodotti
farmaceutici ad aver incrementato di più nel corso dell’anno il numero di siti
certificati. Non è un caso che tutti e 10 i settori
analizzati, ad eccezione degli altri servizi sociali, abbiano a che fare con
l’utilizzo di risorse e materie prime fondamentali per la nostra economia.
In conclusione,
la misurazione del valore generato per l’economia da scelte circolari di imprese e consumatori e criteri
oggettivi per l’allocazione delle risorse attraverso meccanismi
incentivanti sono i passi che il sistema economico deve seguire per
indirizzare la crescita su un sentiero di sostenibilità che utilizzi in maniera
efficiente le limitate risorse a disposizione. È dal beneficio economico per
l’impresa che è necessario partire per incentivare l’adozione di strumenti come
le certificazioni ambientali: un investimento necessario che conviene. La
direzione è tracciata e l’accreditamento delle valutazioni di conformità
fornisce quei criteri oggettivi necessari a sviluppare le policy e governare la
transizione circolare dei mercati.
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